Lo stato di conservazione

delle Figurine Liebig

Le prime serie di figurine Liebig furono emesse nel lontano 1872, ossia più di centoquarant’anni fa. Certo, per un monumento o per una facciata di una chiesa questi anni sono bruscolini, ma per una figurina di carta, delicata e con inchiostri “vivi” (particolarmente per le prime serie) è sicuramente un lasso di tempo decisamente molto grande. È altresì vero che il collezionismo delle Liebig ha subito avuto inizio, sin da poco dopo la loro comparsa e questo ha fatto sì che ancora oggi siano reperibili alcuni esemplari delle prime figurine emesse, ed ancora oggi in perfetto stato di conservazione.
Il giudizio che viene dato sullo stato di conservazione di una figurina non potrà mai essere un giudizio assoluto. Infatti, prima ancora di metterci ad osservare gli angoli, i bordi, il colore, il retro di una figurina, dobbiamo necessariamente poterla inquadrare. Innanzitutto è necessario identificarla, ossia capire a quale serie appartiene. In questo ci vengono in aiuto i cataloghi, ma prima ancora l’esperienza che fin da subito, anche se in modo approssimativo, ci aiuterà a collocarla in un certo periodo temporale, facilitando così il compito di associarla poi ad una serie specifica. A questo punto, identificata la serie e quindi stabilito l’anno di appartenenza, inizieremo ad osservarla con occhi critici ed attenti al minimo dettaglio, ma con la consapevolezza della sua età e della sua importanza. Per l’osservazione non sono necessari strumenti particolari: abbiamo dinanzi un oggetto di dimensioni più che sufficienti perché possa essere analizzato in dettaglio anche ad occhio nudo; un oggetto non particolarmente fragile, se pur delicato, che è possibile maneggiare con una certa facilità e sicurezza.

Difetti comuni e difetti nascosti

delle Figurine Liebig

Bisogna ammettere che i difetti possibili e riscontrabili in una figurina Liebig possono essere diversi e di diversa natura.
Proveremo ad elencarli, in modo che eventualmente sia più facile identificarli; alcuni sono palesi, mentre altri più infidi o più nascosti e pertanto difficilmente riscontrabili a colpo d’occhio:

  • angoli schiacciati: i quattro angoli di una figurina, se pur integri e a punta, presentano come una specie di gradino, o avvallamento, dovuto alla permanenza prolungata di tale figurina nei vecchi album d’epoca di cartone;
  • angoli stondati: a causa di una errata conservazione, o di maneggiamenti poco attenti, alcune figurine o intere serie possono presentare angoli non più appuntiti, ma stondati, arrotondati. All’origine tutte le figurine Liebig hanno angoli a 90° perfettamente appuntiti;
  • bordi rovinati: difetto dovuto il più delle volte a molteplici inserimenti e rimozioni di una certa figurina in vari album, e in particolare in quelli d’epoca dove l’inserimento può facilmente danneggiare la figurina;
  • pieghe: uno dei difetti più comuni, spesso causato dalla noncuranza o peggio dall’essere maldestri. Sebbene le figurine Liebig non siano delicate come francobolli, restano pur sempre fragili cromolitografie di carta. Se non maneggiate con attenzione è facile causare inavvertitamente pieghe soprattutto agli angoli. Una piega abbastanza comune è riscontrabile anche lungo il lato superiore per serie con orientamento verticale, oppure lungo uno dei lati sinistro o destro per serie orizzontali. Succede quando si cerca di inserire la figurina negli appositi fogli trasparenti e questa incontra un minimo di resistenza: mai spingere, mai forzare la mano;
  • residui di colla a tergo: purtroppo anni fa c’era chi sceglieva di incollare le figurine su album di cartone, noncurante del fatto che così le avrebbe irreparabilmente danneggiate. Certe serie antiche sono state recuperate, ma presentano a tergo una o più macchie residue della colla impiegata al tempo. Nei casi più gravi è possibile che con la colla se ne siano andate anche parti della carta a tergo e con essa parte delle descrizioni e didascalie;
  • segni di elastico: esiste qualcuno che per tenere raggruppate le sei figurine appartenenti a una data serie sceglie di utilizzare gli elastici. Anche se morbidi e in apparenza sembrano non danneggiare le figurine, sono assolutamente da evitare. La gomma dell’elastico con gli anni si deteriora e il più delle volte aderisce alla carta in modo irreparabile;
  • la rifilatura: ci sono figurine che all’origine presentano bordi bianchi decisamente più ampi rispetto ad altre, oppure figurine di misure non standard che è impossibile inserire negli appositi album a fogli trasparenti. Se non siamo a conoscenza della loro misura esatta, è possibile incappare in figurine rifilate, solitamente con l’ausilio di una buona taglierina. I bordi e gli angoli appariranno in ottimo stato, ma in seguito ad un intervento artificioso, che ha alterato irrimediabilmente la figurina stessa;
  • inchiostro che “suda”: figurine con più di un secolo di vita ed in particolare con presenza di color oro, con gli anni subiscono una sorta di “trasudazione” dell’inchiostro stesso dalla carta. Tale difetto non era riscontrabile quando le figurine venivano conservate negli album d’epoca. Inserite però in fogli trasparenti di PVC capita talvolta che l’inchiostro di una o più figurine si attacchi alla plastica, rendendone in seguito difficile la rimozione. Nei casi più gravi, facendo scivolare la figurina per estrarla può capitare che parte della vignetta resti attaccata al PVC danneggiando irreparabilmente l’immagine;
  • umidità: l’umidità per le figurine Liebig è davvero deleteria, soprattutto qualora sia l’album d’epoca con le annesse serie siano rimaste per anni in ambienti umidi o poco areati. Quel che è peggio è che spesso, in apparenza, la figurina è integra e perfetta. Eppure, prendendola in mano, notiamo subito una certa morbidezza ed eccessiva flessuosità della carta. I rischi sono due: o a lungo andare tale figurina di sfoglierà, oppure, avendo assorbito umidità, se conservata in fogli trasparenti la muffa potrebbe prendere il sopravvento danneggiandola irreparabilmente;
  • segni e scritte a tergo: fino al 1934 le serie di figurine Liebig non riportano alcuna numerazione, tanto è vero che esistono diversi cataloghi in Europa con numerazioni differenti. Noi stessi in Italia abbiamo la numerazione Sanguinetti (unica riconosciuta universalmente) e la numerazione Unificato/Fada. Era pertanto consuetudine riportare a tergo di una o tutte le figurine di una serie la relativa numerazione, solitamente in matita. Se non deturpante si tratta il più delle volte di segni a matita accettabili;
  • timbri dei commercianti a tergo: diverso il discorso sui timbri apposti a tergo dai commercianti d’epoca: in questo caso l’argomento è degno di studi e approfondimenti, in quanto c’è chi reputa tali timbri come una sorta di firma che garantisce circa l’autenticità della figurina stessa, talvolta aumentandone addirittura il valore. Se si tratta di un timbro non deturpante, si consiglia di conservare gelosamente tale figurina;
  • le falsificazioni: non propriamente un difetto, quanto il tentativo fraudolento di riprodurre una cromolitografia di valore non indifferente a scopo di lucro. Argomento che ad oggi non sembra interessare il collezionismo delle Liebig.

Per poter valutare correttamente lo stato di conservazione di una figurina Liebig, una volta identificata, dovremo tenere conto di tre elementi essenziali: l’epoca di appartenenza, la rarità, la difficoltà di reperimento e le caratteristiche intrinseche (tipo di stampa e dimensioni). Serie recenti e comuni, per nulla difficili da reperire, si potranno trovare facilmente in condizioni pari al nuovo, o addirittura ancora provviste di fascetta originale (mai inserite in album). Serie di 70/100 anni fa con bordi ed angoli perfetti, carta bianca a tergo priva di ingiallimenti o macchie, saranno già ben più difficili da trovare e nel caso saranno sicuramente un ottimo pezzo da collezione. Serie appartenenti al XIX secolo, emesse prima del 1900, difficilmente si presenteranno al pari di una serie degli anni ’50: angoli leggermente stondati, carta al tergo con qualche segno del tempo sono caratteristiche pressoché comuni e più che accettabili e tali figurine saranno considerate comunque sia ottimi pezzi da collezione. Con questo non si vuol dire che tutte le figurine antecedenti il 1900 debbano essere in mediocri condizioni di conservazione. Ci sono collezionisti che conservano gelosamente serie antiche ancora oggi in perfetto stato. Questo significa che la qualità, se pur rara e difficile, è possibile sempre, ma il più delle volte si fa pagare e anche profumatamente! Una serie Liebig, ad esempio, di fine ‘800 con angoli appuntiti, retri bianchi privi di macchie o abrasioni, rappresenta un tassello importante nella nostra collezione, indipendentemente dal suo valore di catalogo. Iniziare a collezionare da zero le Liebig è davvero divertente e anche semplice data la grande disponibilità di materiale in perfetto stato e a basso costo. Quando però la nostra collezione comincerà ad assumere dimensioni ragguardevoli, la nostra attenzione si sposterà sempre di più verso le serie antiche. Ed è proprio qui che lo stato di conservazione assume un ruolo fondamentale, tanto è vero che il completare la collezione passerà in un secondo piano, prendendo il sopravvento proprio il desiderio di migliorare qualitativamente la collezione stessa, con sostituzioni, cambi e migliorie.